Rimini, Museo della Città 

Via L. Tonini 1 

 

15 marzo – 25 aprile 2011 

 

Orario: 

martedì > sabato 9 - 13 / 17 - 19 

domenica e festivi 10 - 12,30 / 15 - 19

 

 

 

Francesca d'Italia

Francesca da Rimini

dalla rivoluzione giacobina a Trieste liberata

Centocinquanta cimeli in mostra per

il centocinquantenario dell’Unità d’Italia

 

PASSION D’ITALIA E BACI TRICOLORI

 

Il percorso si svolge tra centocinquanta libri, opuscoli, bandi a stampa, disegni, incisioni, dipinti, cromolitografi e, monete, medaglie, armi, suppellettili e oggetti d’uso quotidiano collegabili alla mitica figura dell’eroina riminese e al Risorgimento.

Non manca la rarissima Francesca da Rimini di Francesco Gianni del 1795, prima opera a stampa della serie infinita dedicata alla nostra eroina.

La precede l’ultima feroce invettiva contro i due amanti riminesi composta in clima papalino nel 1793 dall’erudito marchigiano Cosmo Betti.

Numerose sono le rarità bibliografi che esposte tra le quali compaiono l’edizione clandestina della Francesca da Rimini di Pellico che porta un falso luogo di stampa “Londra 1818” per poter circolare nei territori austroungarici e pontifici; Una notte a Rimini nel 1831, primo scritto politico di Mazzini, in una rara edizione del 1849; l’editio princeps della Francesca da Rimini di D’Annunzio ornata dalle incisioni di Adolfo De Carolis e legata in pergamena; il primo libro stampato a Trieste appena liberata dal dominio austriaco, Francesca da Rimini di Morello Torrespini con le splendide incisioni di Alberto Zanverdiani.

Accanto a divise garibaldine, ad editti storici come il Proclama di Rimini di Murat e il decreto fondamentale della Repubblica Romana del 1849, compaiono testimonianze rare e curiose come la “micrografia” La Francesca da Rimini dedicata alla principessa Maria Laura Malvezzi Ercolani, dama bolognese che ebbe Rossini come ospite fisso e diede rifugio e sovvenzione ai patrioti negli anni dell’Unità d’Italia. Opera del virtuoso Luigi Zanetti che disegna la scena dell’uccisione di Francesca con la scrittura miniaturizzata di tutta la tragedia di Pellico e dei canti quinto e trentatreesimo dell’Inferno dantesco, testimonia di un’antichissima tradizione di virtuosismo manuale oggi scomparsa.

Tra le numerose incisioni esposte, compare la celebre Francesca da Rimini di Ary Scheffer tradotta in acquaforte da Luigi Calamatta, principe degli incisori dell’Ottocento, che combattè sulle barricate della Repubblica romana del 1849. All’incisione di Calamatta si affiancano rari e curiosi documenti storici che si collegano ai tanti patrioti con lui sulle barricate romane come: Adelaide Ristori l’attrice drammatica più celebre dell’Ottocento; il romanziere francese Alessandro Dumas padre, con Garibaldi all’ingresso in Napoli nel 1861, che introdusse la tragedia di Pellico nella Parigi degli Orleans; Tommaso Salvini, il Paolo più bello e più celebre dei teatri dell’Ottocento; Bartolomeo Galletti, l’eroico generale che organizzò la tournéé della Ristori intorno al mondo.

Una selezione di opere a stampa italiane e straniere dedicate a Francesca testimonia la coralità degli autori che inneggiarono all’eroina riminese. Compaiono opere di protagonisti della lotta per la libertà e l’indipendenza nelle Repubbliche napoleoniche, come Edoardo Fabbri e Vincenzo Pieracci; nei moti in Emilia e nelle Romagne del 1831 e del 1845, come i carbonari Achille Castagnoli e Filippo Mordani; nelle cinque giornate di Milano, come Paolo Felice Venosta, nelle campagne d’Italia con Garibaldi o con l’esercito piemontese come Dumas padre o Filippo Meucci.

Non mancano opere di autori stranieri che hanno combattuto per la libertà, come i romantici inglesi Byron o Leight Hunt, incarcerato nella torre di Londra per i suoi scritti contro Giorgio principe reggente, o George Henry Boker, “poeta patriota” con i federali nella guerra civile americana.

 

 

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